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OSANDO L’INDICIBILE
PER ALLARGARE LA VITA DI QUESTO CONTENITORE
Abbiamo osato scrivere ad Autori che purtroppo non conosciamo. Non ancora. Ci ha riscontrato un gentilissimo Nicola che, per ora, resta un mistero da svelare. Abbiamo anche trovato tracce di una irruzione gradevolissima: Tiziana MONARI. Anche in questo caso siamo di fronte a un mistero. Ma lei ci ha lasciato una traccia di se. Ci riserviamo di saperne di più. E di diffonderlo. La sua NAPOLI è quella che vorremmo condividere quasi senza neppure leggerla, per farlo insiema ad altri. La rileggeremo prima di dormire. Intanto ci ha travolto. Forse sogneremo le suggestioni che dispiega nelle parole adottate e in quelle che ci lascia intendere. D’altronde, non è forse questa la vera forza della Poesia? Non è nella lettura in filigrana, nella trama non esposta, che si rinvengono i veri significati? Tiziana non ci parla degli occhi, eppure quando dice:
e lei dorme illibata
concava di lunghe ciglia
sulla linea sfuocata dell’orizzonte
eppure noi immaginiamo sguardi e occhi. Gli occhi: possono essere tristi, allegri, intriganti, minacciosi, distratti, sibillini, interrogativi, stanchi, saettanti, iniettati di sangue, neri come il cuore del papavero, azzurri, verdi, nocciola…E possono essere ciechi. Tiziana ci dice di una Napoli illibata, quando in molti la dicono stuprata. Le due visioni non sono antitetiche. Non è detto debbano esserle. Napoli, la Napoli di Tiziana, è illibata E dice amore bella d’onde e di marea.
Per fortuna è anche così.
Napoli
Nel lucore tattile del sole
Napoli brilla carica di voglie
frugando con gli occhi il silenzio dei pescatori
il moto caldo e costante della marea
l’oro calato nella mano destra
i grani rossi strinti nelle dita
bacia con labbra gravide di voglie
il primo bucaneve
un Poseidone bruno
i vuoti gusci di conchiglia
la pasta molle delle alghe alla deriva
a mezzogiorno nell’eco tenera dei muri
fa l’amore col mare gonfio di salsedine
primordiale
illesa di misteriose rune
in un chiassoso anticipo d’estate
stagliandosi tra due azzurri
allungata in affondo tra le nuvole
preziosa perla nera di mollusco.
E nel cono oblungo della sera
vibrano i suoi follicoli
la notte cigola di stelle capovolte
e lei dorme illibata
concava di lunghe ciglia
sulla linea sfuocata dell’orizzonte.
E dice amore bella d’onde e di marea.